Comune di Pioltello
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20 marzo 2012

SGOMBERO DEL PRESIDIO DEI COBAS IN CITTA'

Via libera alle forze dell’ordine per ripristinare le condizioni di igiene e ordine pubblico. Il Sindaco Concas: «Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità per sostenere i lavoratori. Ora lo spazio pubblico non diventi un campo per combattere battaglie ideologiche».

Pioltello, 20 marzo 2012 – Nel corso della mattinata le forze dell’ordine, coordinate dalla Questura di Milano, hanno attuato lo sgombero del presidio permanente dei COBAS di fronte agli stabilimenti di Esselunga. Il Sindaco Concas ha firmato l’ordinanza di sgombero dopo diverse sollecitazioni ufficiali giunte dalla Prefettura e dalla Questura, che, allarmate dalla situazione di tensione sociale e al fine di salvaguardare l’igiene e la sanità pubblica hanno invitato il Sindaco a valutare ogni possibile intervento.

A tal proposito dichiara il sindaco di Pioltello Antonello Concas: «Nel nostro territorio ci sono attualmente 54 aziende che versano in condizioni critiche e che rischiano di lasciare a casa o mettere in cassa integrazione circa 160 lavoratori. L’amministrazione si è sempre impegnata per garantire soluzioni che potessero trovare i favori di tutte le parti interessate, cercando, soprattutto, di tutelare gli interessi dei lavoratori.
In questi 5 mesi di presidio, io e la giunta ci siamo spesi in incontri e tavoli di discussione con i lavoratori e i rappresentanti sindacali, coinvolgendo il Prefetto di Milano per giungere ad una mediazione tra i diversi interessi. È notizia di questi giorni che alcuni di loro sono riusciti ad ottenere la cassa integrazione; un risultato di non poco conto visto il periodo di profonda crisi economica che il Paese sta vivendo.
In queste ultime settimane il Prefetto di Milano mi ha scritto più volte richiedendomi di intervenire per porre fine, nella mia veste di Ufficiale di Governo e responsabile dell’ordine pubblico, alla situazione di degrado e più in generale di allarme sociale creata dal presidio. Mi sono giunte anche segnalazioni di cittadini esasperati dal disturbo alla quiete pubblica e da problemi di circolazione stradale.
Inoltre, a fine gennaio, i lavoratori non aderenti alla protesta dei COBAS hanno sottoscritto una lettera aperta in cui reclamavano il loro diritto a lavorare senza intimidazioni.
Tutto questo mi ha spinto ad intervenire, soprattutto quando è stato evidente che non si trattava più di una protesta di lavoratori che rivendicavano i loro diritti, ma di una strumentalizzazione politica operata dai movimenti antagonisti per trasformare il presidio nella loro base operativa nel territorio.
Non ritengo quindi di avere avuto un comportamento anti-sindacale, convinto come sono di essermi adoperato per una concreta soluzione verso i lavoratori, ai quali rinnovo tutta la mia disponibilità nel risolvere questa difficile situazione. Ricordo comunque a loro l’importanza del dialogo tra le parti, e che, normalmente, non ci possono essere vincitori facendo muro contro muro.
Ai signori dei COBAS dico che lo spazio pubblico non è il luogo per realizzare una “base operativa”, e se proprio vogliono un posto dove svolgere le loro attività possono fare come tutti: si trovino una sede.
E’ inaccettabile – conclude Concas – che la protesta si protragga solo per motivazioni ideologiche, e che si accantoni qualsiasi ragione sindacale a scapito degli interessi dei lavoratori».

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