Inserimento in Comunità

L’inserimento di un minore in comunità si rende necessario qualora la sua situazione familiare risulti talmente compromessa da non garantire più per lui un contesto evolutivo sano ed armonico.

L’intervento consiste nel collocare il  minore in comunità da solo o con la madre, su richiesta diretta del Tribunale per i Minorenni piuttosto che con provvedimenti diretti del Sindaco, con la finalità di allontanare temporaneamente il minore da una situazione familiare che lo espone a situazioni di elevato rischio.
L’Equipe Tutela Minori verifica le condizioni psico fisiche del minore e valuta le capacità di recupero dei genitori naturali nel caso il minore sia stato allontanato da entrambi.

L’esposizione prolungata a fattori di maltrattamento e pregiudizio costituisce per il minore motivo di traumi forti che necessitano una presa in carico specifica e di interventi educativi e psicologici mirati, finalizzati ad accogliere e a prendere in carico globalmente il suo disagio e malessere e a fortificare la propria struttura di personalità. Talvolta, proprio per i forti traumi subiti, il minore necessita di un passaggio in struttura comunitaria per beneficiare di un periodo di “decompressione” e di uno spazio neutro ove poter effettuare un reale recupero del danno subito. Solo con questo passaggio sarà effettivamente attrezzato per investire in altri eventuali percorsi, quali, per esempio, l’affido eterofamiliare.

Il collocamento di un minore in comunità, oltre a costituire un intervento di tutela a suo favore, consente alla famiglia d’origine di avviare un percorso di recupero relativamente alle proprie carenze investendo totalmente sulla propria personalità e genitorialità.