Pioltello, 11 luglio 2014 – Il Comune di Pioltello si costituisce parte civile nel processo sull'ex Sisas. La questione è nota a tutti, sia per le mancate bonifiche, sia per le vicende giudiziarie che vedono imputati Luigi Pelaggi, ex commissario straordinario della bonifica dell'area, l'amministratore unico della Daneco impianti Bernardino Filipponi, l'ingegnere Claudio Tedesi, Francesco Colucci, presidente del gruppo a capo della bonifica, Fausto Melli e Luciano Capobianco, ex responsabili della direzione dei lavori. La prossima udienza è fissata per il 15 luglio innanzi alla IV Sezione Penale del Tribunale di Milano.  L'amministrazione ha dato incarico all'avvocato Davide Steccanella, con il supporto per la valutazione del danno dell'avvocato Paola Brambilla.

“A pochi giorni dal mio insediamento è partito il processo che ci auguriamo possa chiarire le responsabilità dei singoli - Ha dichiarato il sindaco Cristina Carrer -  Ora siamo a fianco della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Ambiente, amministrazioni erariali, Regione Lombardia, Greenpeace e del proprietario di un immobile che sorge a pochi metri da una delle discariche in cui sarebbero stati depositati i rifiuti pericolosi in arrivo  dalla ex Sisas.  Sono molteplici i capi di accusa tra cui lo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, la gestione illecita di tonnellate di rifiuti non pericolosi attestandone falsamente la loro trasformazione, in vero mai avvenuta, e la gestione illecita di ingenti quantità di rifiuti pericolosi provenienti dall'area in questione. Auspico che il Tribunale di Milano riconosca, non solo il danno patrimoniale derivante dalle spese vive sostenute per il compimento delle attività connesse alla discarica e alla bonifica del sito, ma anche il cosiddetto 'danno da mancata programmazione'. Il Comune, infatti, per tutti gli anni in cui si è protratta la vicenda della bonifica dell'ex Sisas, non ha potuto disporre, né potrà farlo a breve, dell'area in oggetto. Dalla mancata pianificazione e programmazione è disceso un danno correlato di mancato utilizzo del territorio e conseguentemente di mancata disponibilità delle voci di entrata legate alle urbanizzazioni non eseguite. Da ultimo, vi è poi anche la terza voce di danno derivante dalla lesione di immagine subita dal Comune. E' evidente che la questione è di carattere nazionale, ma è nostro dovere porci in condizione di tutela, soprattutto per quanto riguarda l'ambiente e la salute dei cittadini, beni preziosi che intendiamo difendere in ogni sede, come tra l'altro prevede anche l'art.1 dello Statuto comunale”.

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