Pioltello, 22 Dicembre 2014– “I consiglieri metropolitani hanno fatto un grande lavoro in questi mesi e li ringrazio, è stata una discussione lunga e in alcuni casi difficile. Il punto però è che questo documento risulta essere un bellissimo manifesto di intenti che poco ha a che fare con la realtà territoriali. - Ha così dichiarato nel suo intervento, durante la Conferenza metropolitana di oggi, il sindaco di Pioltello Cristina Carrer prima di votare contro lo statuto della Città metropolitana - Oggi si parla di elezione diretta come una vittoria, peccato che nella sostanza non sia così, perché la Città metropolitana per essere un organo di primo livello è vincolata al fatto che il Comune di Milano si sciolga in municipalità. Pensare che questo possa avvenire entro il 2016 è quantomeno irrealistico. A settembre, il sindaco Pisapia ricordo che a un incontro con Assimpredil aveva dichiarato che da un confronto con il sindaco di Barcellona era emerso che ci sarebbero voluto circa 20 anni. Non è colpa nostra, vero, è la Legge Delrio a stabilire questi vincoli. Ma la politica non può limitarsi a prendere atto, o a fare il meno peggio.
Il documento che avete redatto cerca di mettere una pezza a una Legge fatta in fretta e male. A mio avviso mancano le azioni concrete e gli obiettivi per credere che questo ente sia in grado di camminare: mancano le coperture finanziarie, gli obiettivi di cui all'art. 3 dello Statuto sono irrealizzabili e sono ancora da risolvere problemi delicati tra cui quello che vede coinvolti tantissimi lavoratori.
E' evidente che finché si ragionerà in termini di peso ponderato dei singoli Comuni, si avrà un ente milanocentrico, troppo impegnato per guardare fuori dalle sue mura. Basti pensare che la zona 8 di Milano conta circa 180mila abitanti: noi, come Comune di Pioltello, non raggiungiamo i 40mila, per non parlare dei tantissimi comuni ancora più piccoli e lontani. Sarà un continuo pesarsi su una virtuale bilancia dove i piccoli Comuni non conteranno mai abbastanza. Questo Statuto non li tutela con gli art. 11-12-36.
Non posso votare questo statuto perché anche se ne condivido lo spirito con il quale in molti ci hanno lavorato, non credo possa essere rappresentativo e credo che siano in molti i sindaci a pensarla come me ma, che a differenza mia, stanno cercando di farsi andare bene quella che più che un'opportunità per il futuro sa di occasione persa".
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